13/03/18

Daniele Benati, CANI DELL’INFERNO


[From the city walls (Dublin 2017). Foto Rb]


Daniele Benati, Cani dell'inferno. Macerata, Quodlibet, 2018


Dieci personaggi, ciascuno con un diverso cognome iniziante con la lettera P, narrano in prima persona esperienze vissute in Mystic Avenue, in uno stabile e altri edifici presso un McDonald, in una città degli Stati Uniti.

I personaggi narranti sono tutti simili tra loro (un po’ come nel Malerba di Salto mortale); e le vicende in cui vengono coinvolti si somigliano, essendo soprattutto racconti misantropici, storie amorose, osservazioni relative all’istituzione che ha inviato queste persone all’estero e paga il soggiorno: un fantomatico (e satirizzato) “Istituto di Cultura, Arte, Letteratura, Filosofia, Eccetera”. Bersaglio dell’ironia la società americana (come i coniugi che litigano tra loro di fronte a uno dei narratori dopo averlo invitato a pranzo), gli intellettuali pomposi, la società dei consumi.

Allegoria della solitudine esasperata.

L’atmosfera è quella di un Kafka umoristico.

Il linguaggio è colloquiale; e a volte infrange la grammatica, per esempio quando utilizza l’ausiliare avere al posto di essere.

I dialoghi sono senza virgolette e in flusso continuo.

Un altro volume controcorrente di questo autore emiliano.


[Roberto Bertoni]