19/12/17

Vincenzo Cicchelli e Sylvie Octobre, L’AMATEUR COSMOPOLITE

[International tourist scene (Montmartre 2017). Foto Rb]


V. Cicchelli e S. Octobre, Lamateur cosmopolite. Sottotitolo: Goûts et imaginaires culturels juvéniles à l’ère de la globalisation. Parigi, Ministère de la Culture et de la Communication, 2017


Questo studio sociologico, ben articolato sia sul piano dell’inchiesta che su quello teorico, muove oltre il concetto di omogeneizzazione culturale e di egemonia statunitense nell’ambito della cultura globalizzata, che moltiplica le identità culturali e modifica i repertori di riferimento dei giovani, i cui primi contatti con paesi stranieri sono spesso mediati da serie televisive, film e musica (pp. 10-11). Da qui si fa strada un’idea di “cosmopolitismo estetico-culturale” (p. 12), che da un lato conferma il successo di imprese commerciali diffuse, quali i film spettacolari di Hollywood; dall’altro lato indica l’apertura verso altri prodotti, per esempio i cartoni giapponesi, le serie e il pop coreani, opere europee e africane, anche se tali prodotti vengono più frequentemente fruiti con la mediazione della traduzione o del sottotitolo.

I giovani rivelano “capacità di accostamento di elementi geografici distanti tra di loro” anche quando tale approccio prenda le mosse da “una conoscenza approssimativa, stereotipata, dunque falsa, sui cui poggia la narrazione del mondo in cui risiedono” (p. 53). Nondimeno, a partire di qui, i giovani operano un’interpretazione della real con “tratti culturali trasversali” (p. 197).

Il 32% dei giovani francesi che si sono espressi nell’inchiesta manifesta interesse per fonti straniere nei siti Internet e nei blog. Questo si deve anche all’espansione della classe media (p. 117): logicamente, infatti, prevalgono i giovani che conoscono lingue straniere o hanno beneficiato di un’istruzione o di un background familiare interculturale, mentre le categorie con minore disponibilità economica e preparazione interculturale si rivolgono di preferenza a opere francesi.

L’“onnivorismo” (espressione presa a prestito da R.A. Peterson, cfr. nota a p. 111), ovvero il consumo di “varie forme culturali, canoniche (légitimes nell’originale francese) e popolari”, si nota in particolare nel campo musicale (p. 113). L’“onnivorismo” non è solo un fenomeno di classe e di moda: esprime anche una “dimensione umanistica” (p. 117), che si apre su “registri vari che si potranno definire estetico, culturale, affettivo ed economico” (p. 157). Non è assente una dimensione politica e progressista verso i problemi dell’ambiente e della solidarie (p. 250).

L’autore e l'autrice del volume definiscono la figura sociologica protagonista “amateur cosmopolite (potremmo tradurre il cosmopolita dilettante; o forse gli appassionati di cosmopolitismo) (p. 189).

Vengono valutate due possibilità del “neo-cosmopolitismo” (p. 279): da un lato la sua necessità nel rafforzamento delle logiche consumistiche, dall’altro una sensibilità civica positiva; a nostro parere si tratta di due aspetti interagenti.


[Roberto Bertoni]