15/01/17

Angelo Pini, VERSI CHE SCRIVO D'INEDIA



 [Black Cloud in Blessington (2014). Foto Rb]


Versi che scrivo d’inedia resistono ottusi,
salto passato remoto che fissa l’eco dell’esperienza
Eternamente apro ogni volta quel poco mondo
che disabito con lo sguardo.
Risuonano nel buio quartine di nuvole nere
discendono nella carta suoni incatramati
distendono bitume, battono corde negate
finché si assiepa un urlo pronto a spalancare
il caos nella pagina bianca.
Sto dalla parte di quello che origina lampi feriti
accoltellato da inspirazioni capricciose,
innegabile vanità condannata
dai muscoli della perfezione che non sorridono
slaccio la memoria a cui devo una risata intera,
in mezzo l’odio serve l’ombra che non smette
d’influenzarci con il sapere.