07/08/16

Fiona Sze-Lorrain, POESIE DA MY FUNERAL GONDOLA


APPUNTI DAL MIO FUNERALE

Volti.
Ospiti anonimi
invitati dove attende un buffet
con frutta drago, maki al salmone,
albicocche al forno, olive, anatra
allo zenzero… I miei alimenti preferiti
serviti dopo odi africane. Cantilene
tibetane mettono termine a una sepoltura
virtuale in cielo. Per rispetto
verso la governante irlandese, un prete
presenzierà. Ahimè,
non sa ancora pronunciare
il mio nome per intero.
Di trent’anni più di me, mio marito trova
il suo posto. In una panca sul retro,
sorriso triste fisso
trent’anni di pensieri.
Per la prima volta, senza pedale
e trilli, mio fratello pianista
mescola Liszt con Dylan.
La mia bara è tonda.
Fengshui perfetto.
Giaccio come l’Uomo Vitruviano di Leonardo.
Il suono di dèi selvaggi mi tambureggia il cuore.
Metto radici dove mi spinge il soffio
del vento. Da uno stato di gratitudine
a un’altra provincia.
Gli occhi non chiusi. Aspetto
che sbocci il mio ultimo
desiderio, L’onore della Sua presenza
è richiesto al ricevimento per il funerale
di Se Stessa. RSVP.



ORIONE

Prima di morire il veggente mi ha indicato
come hai eluso il mistero

presso il porto in cui le luci
erano a disagio

attraverso il vuoto consunto
fino alla trasparenza

lasciando alle spalle un nido

di bimbi in gara per attirare il vero
la pace che intimoriscono

con la loro esistenza.



LA CREMAZIONE DEL MAESTRO

Sedicenne, ho compreso la morte di Li Po
non tramite lo sguardo fisso sulla sua luna immacolata
né tramite il lutto per l’albero di giada delle sue odi
nubi trattenute da verbi provvisori,
silenzio poco profondo tra virgole. Eruditi
conclamanti che fosse ebbro, in modo eccessivo,
come un generale caduto al termine di un trionfo.
Signorile nella forza, il poeta usurpò
furia e brevità della pioggia. Gli storici
hanno visto una fine migliore - preservandone l’imbarcazione,
escogitando false ragioni della sua tristezza bipolare -
sciogliendogli i capelli nella luce scarsa.

Sedicenne, ho costruito per te un’imbarcazione di carta,
immaginando che abbia un giorno portato Li Po, immaginando
che fosse il suo corpo, fluttuante in qualche luogo
per raggiungere in qualche modo, partenza senza peso
in spregio al giudizio. Non la spiaggia,
ma questo pescare per aria. Come le ultime digitali,
tutti si inchinavano, in attesa che la tua anima
si separasse nel silenzio bianco. Ho alzato gli occhi. Ho visto
la luna dolente. Che aveva testimoniato
del ritorno di vari dèi. Che avevi evocato
nell’ultimo filo di fumo: “È qui che Li Po è tornato a casa”.



DOPO LA LUNA

Sollevo manciate di silenzio
fresco da uno specchio d’oblio,
raccolgo dal pozzo l’idea
che la notte nasconde i propri ospiti.
Lo compiace il fatto che il vento
debba attendere. Anche la pioggia. Sviato,
il buio temprato muove un passo
falso. Molte le ombre,
pochi i fantasmi - sono sola
però curiosa
in questa fine imperfetta -.



[Testi originali in inglese di Fiona Sze-Lorrain: “Notes from My Funeral”, “Orion”, “Cremating Maestro”, “After the Moon” da My Funeral Gondola, Berkeley (CA), Manoa Books and El León Literary Arts, 2013, pp. 5, 19, 24, 41. Traduzione di Roberto Bertoni].