05/05/15

Vasilij Grossman, VITA E DESTINO


1959. Pubblicazione parziale in Occidente 1980; completa nell’URSS 1988. Traduzione italiana di Claudia Zonghetti, Milano, Adelphi, 2008


Il romanzo ruota attorno alle vicende della battaglia di Stalingrado (1942-1943), che vide la sconfitta delle forze hitleriane d’invasione dell’Unione Sovietica e di fatto rovesciò le sorti della II guerra mondiale sul fronte occidentale.

La narrazione è frammentaria e segue un vasto gruppo di personaggi che si riducono nell’ultima parte. Più che tolstojano, in tal senso, anzi distante dalla maggiore linearità del capolavoro dell’Ottocento russo, e meno coinvolto con gli sviluppi autonomi dei singoli individui, si tratta nondimeno di un romanzo corale, che si muove su alcune linee ideologiche ripetute e in parte intrecciate.

La guerra, naturalmente, ne costituisce parte essenziale. La condanna del totalitarismo hitleriano è ben marcata. Del nazismo viene indicata, come proprio nell’epoca (basterebbe pensare, da noi, a Vittorini e Pavese) la separazione tra umanità e no: “Uomo e nazismo non possono convivere. Se vince il nazismo, l’uomo smetterà di esistere” (p. 86). Chiara la denuncia dello sterminio degli ebrei. Messo in rilievo il totalitarismo staliniano: “Per mille anni in Russia avevano imperato l’autocrazia e l’assolutismo, zar e favoriti. E ciò nonostante in mille anni di storia non si era mai visto un potere come quello di Stalin” (p. 733). Evidenziati i metodi del sospetto e della denuncia oltre che della propaganda, che manipola la stampa, rivaluta ora Tolstoj, ora Majakovskij a seconda dell’opportunità politica (p. 265) e premia o condanna in base alle necessità del momento, come si nota in due personaggi esemplari: lo scienziato Strum, che ritiene di essere ormai spacciato agli occhi del regime e riceve invece una telefonata di approvazione da Stalin in persona per il suo lavoro, e il commissario politico Krymov, costretto a confessare un tradimento non perpetrato.

Non assenti, si capisce, le vicende personali, in particolare i rapporti familiari tra alcuni personaggi che legano varie famiglie e fanno capo soprattutto a due sorelle: Eugenia e Ludmilla.


[Roberto Bertoni]