29/05/15

Mamoru Hosoda, WOLF CHILDREN AME AND YUKI


Giappone 2012. Titolo originale: おおかみこどもの雨と Ōkami Kodomo no Ame to Yuki. Testo di Mamoru Hosoda, co-sceneggiato da Satoko Okudera.


La predilezione per il lupo, in anni recenti, ha superato, si direbbe, il timore ancestrale e la personificazione della malvagità, se si notano nella realtà il ripopolamento in zone forestali-rurali con perplessità degli agricoltori; e, nella fantasia, la riedizione talora meno cruenta, talora allopposto da Pulp Fiction, di storie come Cappuccetto Rosso, o l’esaltazione del carnivoro per eccellenza in quanto Mr Hyde in film di vampiri, finanche la mitizzazione come nel film Wolf Totem di Jean-Jacques Annaud, che ha suscitato l’intervento correttivo dello scrittore mongolo Guo Xuebo (“The wolf has never been a totem of the Mongolian people”, anzi al contrario è oggetto di odio per la distruzione e la morte che perpetra).

Nel cartone animato di Hosoda, si combinano le due nature allegoriche, quella aggressiva e cacciatrice lupesca, e quella umana che controlla gli impulsi violenti, come pure un assunto animalista ed ecologico.

Il padre dei due fanciulli protagonisti, Ame e Yuki, è un uomo-lupo, di cui s’innamora inizialmente ignara, poi consapevole per sincera ammissione da parte di lui, sposandolo, la studentessa universitaria Hana, presto rimasta madre single a causa della morte del marito quando i figli, creature a volte umane e a volte lupi a seconda dellumore, sono ancora in tenera età.

Come crescere i bambini nascondendosi, dato che non sarebbe semplice rivelare chi sono davvero? Hana si rifugia con la famigliola in montagna e vive il più possibile in isolamento, e comunque nella clandestinità anche quando realizza rapporti di buon vicinato con le famiglie dei montanari e manda i figlioletti a scuola, con l’ingiunzione di mai rivelare la natura lupesca, mantenendo in pubblico solo l’identità umana.

Non sempre ci riescono. La ragazzina, comunque, Ame, che ha un temperamento estroverso, prende la strada dell’umanizzazione completa, rivelando il suo segreto a un ragazzo che ha aggredito e di cui si innamora. Il più piccolo, Yuki, che sembrava il più pauroso dei due, diventa invece un lupo, allontanandosi dal consesso umano sulle vette. Interessante, sotto questo aspetto, l’inversione delle tendenze innate e la scelta di campo di entrambi.

Assente il repertorio orroroso del lupo mannaro, fortunatamente.

Il personaggio di Hana è sviluppato con tratti caratteriali di compassione, altruismo e dolcezza.

Belli i paesaggi, i movimenti dei protagonisti, la tecnica di animazione in genere; e i colori, per esempio l'impermeabile giallo di Hana, mobile nel vento, contro lo sfondo bigio della tempesta nell'episodio conclusivo della pellicola.


[Roberto Bertoni]