07/06/14

Hiromi Kawakami, STRANGE WEATHER IN TOKYO


[Nara 2013. Foto Rb]



Hiromi Kawakami, Strange weather in Tokyo. Trad. dal giapponese di A.M. Powell. Londra, Portobello Books, 2013.


Prediligiamo il minimalismo e la reticenza, l’ironia e la leggerezza, in contrasto con le tendenze opposte, commerciali e invadenti, di tanto romanzo-mondo contemporaneo di successo.

Abbiamo dunque particolarmente apprezzato questo volume di Kawakami, una storia narrata con misura, penetrazione psicologica, senza quella ferocia che pare conferire una patina falsa di contestazione ai romanzi a sfondo sociale o personale che abbiano prevalenti considerazioni di mercato.

Tsukiko, la protagonista, che è ormai, per età, addentro al decennio delle trentenni, s’imbatte nel suo ex professore dei tempi della scuola, che chiama sensei (insegnante) non ricordandone inizialmente il nome e adottando poi questo epiteto di rispetto per tutto il libro, con l’eccezione del funerale, in cui del resto il nome e cognome reale dell’uomo vengono pronunciati dal figlio per ringraziare la giovane donna dell’amicizia con suo padre negli ultimi tempi della vita.

Sensei e Tsukiko si incontrano in un bar; e in questa e nelle molte simili occasioni successive, lo scambio rituale del saké, accompagnato dai piatti, sempre diversi, messi a disposizione dal gestore, costituisce, oltre che una nota di cucina locale accentuata e caratterizzata da descrizioni precise delle ricette, uno dei refrain della storia, che si traduce quasi subito in un amore platonico, consumato, e solo parzialmente, verso la fine del libro.

Parte del coinvolgimento accattivante richiesto al lettore consiste proprio in questo elemento romantico-sentimentale. I due protagonisti si corteggiano con discrezione: lei si comporta in modo piuttosto esplicito ed emotivo, lui con una reticenza che cerca di salvare la dignità dai più di trent’anni di differenza di generazione, mentre questa introversione corrisponde a un’impostazione mentale in cui il non detto pare prevalere sul detto.

Sensei spesso cita poesie e autori. Il suo mondo, tuttavia, è anche fatto di umanità, soprattutto di un passato coniugale complesso: la ex moglie fuggita con un altro e deceduta, dopo essere passata a un ulteriore ed ennesimo amante, su un’isola semidisabitata. Tsukiko non comprende a tutta prima perché sensei l’abbia condotta su quell’isola, spiegandole di non essere mai riuscito a staccarsi dalla ex sposa. In realtà era, pur non dichiarandolo, perché proprio a causa della giovane innamorata, ora poteva infine separarsi dal ricordo della moglie.

Due diverse emotività; una Tokyo del centro e dei sobborghi, sempre un che misteriosa, mai banale; un’epica della quotidianità; variazioni sul tema dell'incontro espresse con abilità narrativa e grazia; un’umanità che avvicina il lettore; sentimenti espressi senza che si cada nel trito, ma senza peraltro ricerche di originalità a tutti i costi. La semplicità prevale, con nostra approvazione.


[Roberto Bertoni]