09/12/13

Ulrich Beck, IL DIO PERSONALE

[How many behind the door of that Church? (S. Lorenzo, Genoa). Foto Rb]


Ulrich Beck, Il dio personale, Sottotitolo: La nascita della religiosità secolare. 2008. Traduzione di S. Franchini, Roma-Bari, Laterza, 2013. Edizione digitale per Kindle.


La costruzione di una religiosità collegata solo in parte alle concezioni tradizionali e derivata invece da una personalizzazione, o meglio individualizzazione, del concetto di Dio e delle pratiche cultuali si attua nell’ambito della globalizzazione con il suo eclettismo forse inevitabile e la miscela di elementi provenienti da varie culture.

In parte queste strategie di gestione del bisogni di spiritualità sono da ricollegarsi ai fenomeni New Age, che rappresentano uninterazione “tra Dio e idoli”, tanto che non si fa più differenza tra l'uno e gli altri; e si spingono fino al “mercato” in cui “il Dio personale si possa acquistare”.

Se il disincanto del mondo, stando a Weber, consegue alla Riforma e ha costituito una componente della prima modernità, si assiste nella fase attuale al “collasso delle teorie della secolarizzazione” nei casi in cui c’è stato un ritorno delle religioni. In Europa, tuttavia, la resipiscenza religiosa si tinge di soggettività, in breve stranamente gli aspetti secolarizzati convivono con quelli spirituali sotto l’egida dell’individualismo.

Il Cristianesimo non muore ma subisce, in Europa, una flessione verso l’interiorità e la personalizzazione, mentre i luoghi di culto collettivi, le chiese, si svuotano. Si ha un paradosso di non frequentazione della Casa di Dio, ma un “reincanto del pensiero e dell’agire umani”; e mentre s’indeboliscono le organizzazioni religiose, si rafforza una “religiosità fluida”.

Frattanto, anche guardando ad altre religioni e in varie parti del mondo, il cosmopolitismo religioso pare essere caratterizzato da un generale rientro nell’ortodossia conservatrice, così per esempio, a parere di Beck, nei casi dell’Induismo e del Buddhismo.

Si determinano “nuove forme di coesistenza e di conflitto delle religioni universali entro la “costellazione cosmopolitica”, ovvero si profila “l’elemento storicamente nuovo della conditio humana religiosa all’inizio del XXI secolo”: cioè si hanno “il contatto e la compenetrazione tra religioni universali e nuovi movimenti religiosi”, tanto con trasmissione di pratiche (per esempio la meditazione orientale tra alcuni cristiani occidentali), quanto con creazione di dinamiche transnazionali. Esempio di tutto ciò potrebbe essere l’adozione, non rara oggi, del “modello Ghandi” o del “modello Martin Luther King”.

Al contempo si assumono modelli secolari, religiosizzandoli. Un esempio di questo atteggiamento potrebbe essere, secondo Beck, Amnesty International.

Quanto sta accadendo in campo religioso è dovuto ai tratti della seconda modernità: “l’intreccio di uomini e popolazioni in tutto il globo; le crescenti disuguaglianze nello spazio globale; la formazione di nuove organizzazione sovranazionali”, ecc. “In presenza di confini che diventano sempre più permeabili, e che dunque non sono più tali, si pronuncia la parola magica dell’esistenza cosmopolitica” con conseguente modificazione “del rapporto con Dio, col mondo e con se stessi”, fino a tradursi, in determinati casi, in conflitto tra fondamentalismi.

“Si possono distinguere tre forme di adeguamento religioso alla modernità: a) quella anti-moderna, b) quella post-moderna (che rompe tra gerarchie del sapere scientifico e della religiosità), c) quella deutero-moderna”, la quale ultima nega “sia il relativismo assolutistico post-moderno, sia la privatizzazione della religione”, aderendo allo “spirito cosmopolita” di cui sopra.


[Roberto Bertoni]